9 novembre 2016. Il mondo intero, questa mattina, si è svegliato instupidito e stupefatto. Come in una favola dal finale amaro, ciò che nessuno era disposto davvero a credere alla fine si è avverato. Donald Trump è il 45° Presidente degli Stati Uniti.
Ma la vera partita è appena iniziata. Soprattutto a livello culturale: dove, spesso, avere un avvversario chiaro, netto e ben definito contribuisce a risvegliare coscienze, intelligenze, forme di creatività e di reazione troppo spesso sopite dall’avvilimento di avere a che fare con un mondo sempre più ambiguo, limaccioso e complesso, dove destra e sinistra non paiono altro che le due sbiadite facce della stessa, tristissima medaglia, quella di un sistema economico e sociale che si basa unicamente sul grande gioco della finanza e del capitalismo mondializzato, su un sistema economico e sociale sempre più spietato, cinico e tecnocratico, e su una politica sempre più elitarista e oligarchica, avvitata agli interessi delle grandi banche e delle multinazionali.
Ecco allora che, già da qualche mese, artisti, disegnatori e cartoonist, in America ma anche nel resto del mondo, hanno cominciato ad affilare l’unica arma efficace rimasta loro: quella della satira.
Anticipiamo in queste pagine alcune delle più riuscite tra caricature, satire e parodie pubblicate in queste settimane su blog, social network e giornali on line di tutto il mondo, dedicate a quello che fino a ieri non era altro che un miliardario kitsch, pacchiano, estremista e apparentemente fuori controllo, e che da oggi è invece, che piaccia o no, il nuovo Presidente degli Stati Uniti.
Un vecchio slogan anarchico recitava: Una risata vi seppellirà. Chissà che non sia l’inizio di una nuova riscossa culturale, che aiuti il mondo a risvegliarsi dal cattivo sogno di una cultura, quella occidentale, orma impazzita e persa in una triste deriva, priva di speranze e di punti di riferimento, dilaniata da guerre di (in)civiltà e da una crisi di mezza età che sembra non avere mai fine.
Neppure la statua della Libertà riesce a crederci, e, disperata, si copre gli occhi con le mani: è una delle prime immagini girate in rete dopo la vittoria di Trump, questa mattina.
Tra i primi a ironizzare sulla figura del magnate americano come concorrente, e ora vincitore, nella corsa alla Casa Bianca c’è l’artista americano Mitch O’Connell, autonominatosi “The World’s Best Artist”, prolifico e irriverente illustratore e disegnatore pop-kitsch (nella sua carriera ha fatto un po’ ditutto, dai manifesti rock ai cartoni animati ai disegni per tatuaggi), pittore neopop amatissimo e iperconsacrato, tra i leader della scuola del Lowbrow americano: il quale, sulla figura del Trump “alieno”, asservito al Dio denaro e rappresentante della categoria di “superpotenti” che controllano e governano il mondo con messaggi e pubblicità occulte e subliminali (“obbedisci”, “consuma”, “compra”, etc.), secondo la lezione del film-cult “Essi vivono” di John Carpenter (amato anche dallo street artist Shepard Fairey, che ha mutuato proprio dal film il nome d’arte Obey), ha imbastito una ironica campagna mediatica, con un Trump alieno che arrigna la folla davanti alla bandiera americana, mettendo in distribuzione anche una serie di t-shirt in vendita on line(in alto a destra, la Trump T-shirt viene indossata nientemeno che da… Hillary).
Sulla stessa falsariga, anche una casa di produzione americana di maschere e costumi, la Trick or Treat Studios, ha creato una maschera (a sinistra), pronta per Halloween, di Trump come alieno, sempre ispirato al film di Carpenter: creata dallo scultore Russ Lukich, disegnatore, scenografo e creatore di personaggi e di characters per film e serie tv.
Donald il pagliaccio (a destra): così lo raffigurava invece, non molto tempo fa, l’artista Tony Pro, pittore californiano che vive in Texas, direttore dell’Accademia di Belle Arti di San Antonio, in un classico olio su tela. Per dovere di cronaca, va detto però che l’artista ha raffigurato alla stessa maniera anche attori, cantanti, lottatori di wrestlinge… politici. Come la candidata democratica, Hillary Clinton.
Qua sotto, a sinistra, Donald dipinge se stesso à la manière deThe Mask: così uno street artist australiano ha raffigurato Trump, in un curioso gioco di specchi che vede il protagonista principale della parodia diventare anche l’autore della parodia stessa. Va anche detto che la street art è stata tra le prime forme d’arte a scatenarsi sull’immagine di Trump, ovviamente sempre con intenti fortemente critici e parodistici. Trump è stato raffigurato di volta in volta in maniera ridicola, grottesca, perfida, surreale. Molti lo hanno trasformato in un bizzarro e odioso personaggio dei fumetti. Nota di colore: non c’è ancora stato nessuno che lo abbia messo nei panni di un supereroe. Ma non è ancora detta l’ultima parola…
Baby Trump, arrabbiato o piangente: in rete spopola anche l’immagine di Donald come un bambino capriccioso (qua a destra). Ma a piangere, oggi, non certamente lui…
Republican Gothic, parodia del celebre dipinto di Grant Wood del 1930, è invece il titolo della vignetta, riprodotta qua a sinistra, del cartoonist nicaraguensecPedro X. Molina, collaboratore di giornali come The Washington Post, il Los Angeles Times o Chicago Tribune. L’America rurale, chiusa, gretta, nemica del progresso e di qualasiasi forma di novità, fiera degli arcaici ed elementari valori della classe media americana, è rappresentata nel quadro come il simbolo perfetto di ciò che ha regalato la vittoria all’ultra-reazionario Trump.
Trump come un bambino-pupazzo nelle mani di Putin. Così lo rappresenta invece, qua sotto a destra, il magazine politico-satiricocWonkette, ricordando il “feeling” che legherebbe Trump al presidente russo. La stampa americana in questi mesi si è spesa molto anche nel sottolineare le (presunte) relazioni d’affari tra il magnate Usa ed ambienti economico-finanziari legati al Kremlino. Quel che è certo, è che Putin è stato uno dei maggiori “sponsor” della campagna del magnate americano, e oggi uno dei primi a gioire della sua vittoria.
Ha spopolato on line anche un altro tormentone visivo, recplicato in diverse versioni: quello del “Donald Hitler” (qui a sinistra, mentre si toglie la maschera), sostenuto anche da video parodistici ed esilaranti come il surrealecRacists for Trump, uscito sulcSaturday Night Live, il programma satirico della NBC, e subito diventato virale in rete.
Numerosissime anche le parodie a sfondo… coprofilo presenti in rete. Non troppo eleganti né argomentate, appartengono più al genere dell’invettiva, seppure visiva, che a quello della satira tout court. Qui a sotto, a sinistra, il tycoon compare in un’immagine di uno street art che, forse ironicamente, si firma Hansky (nome che sembra fare il verso a Banksy) e che lo ha ritratto in forma di… escremento umano, con tanto di mosche che gli gironzolano intorno. A destra, invece, un Trump diventato tazza del wc. Per uno che in campagna elettorale si è lasciato andare alle peggiori invettive pensabili e immaginabili, è certo una risposta non troppo politically correct, ma tutto sommato prevedibile. Della serie: chi la fa l’aspetti…
Ispirato invece alla celebre campagna del suo predecessore, Obama, creata dallo street artist Shepard Fairey in arte Obey, è il manifesto “rivisitato” qua sotto a sinistra: ma, anziché “Make America Great Again”, lo slogan della campagna elettorale di Trump, la scritta parodistica recita “Make America White Again”, con un chiaro riferimento alla violenta campagna anti-immigrati del neo-presidente.
A partire dalle “sculture ibride” dell’artista cinesecLiu Xue, sconcertanti figure a metà tra umano e animale, un anonimo in rete ha creato un… Pig Trump (qui sotto, a destra), facendo evidentemente riferimento alla trivialità del suo eloquio e alla sua voracità sessuale.
Infine, ecco che già compaiono anche le prime parodie del Trump vincitore: qua a fianco, a sinistra, un Trump nelle vesti di God Emperor of Mankind (Imperatore dell’Umanità),protagonista del war game Warhammer. Supremo guerriero e leader politico e spirituale, comunemente conosciuto come L’Immortale Dio Imperatore dell’Umanità o Imperatore Spaziale, è venerato dai suoi sudditi come una divinità onnipresente e onnipotente. Ogni forma di dissidenza o di opposizione è bandita, e la disobbedienza ai suoi diktat è quasi sempre punita con la morte. Speriamo che, almeno questa, resti solo una folle e assurda parodia…