Il tam tam era cominciato da un po’. Di Alex Folla, lombardo doc (è nato a Oggiono ma abita sui monti della Val Masino), tra i finalisti dell’ultima edizione del Premio Italian Factory per la giovane pittura italiana, si parlava come di una delle più interessanti “voci nuove” della pittura italiana. La conferma di una sua mostra personale, prevista per febbraio, in una importante galleria moscovita, la Triumph Gallery (con sede nella Piazza Rossa e scuderia di artisti ben affermati sulla scena internazionale, come il gruppo AES+F, Alexander Brodsky e Armin Linke ), ha fatto scattare l’interesse degli addetti ai lavori.

Ora un articolo di Angelo Crespi per il “Giornale Off” (inserto del “Giornale” dedicato agli “artisti italiani che nessuno vi racconta”) celebra l’originalità e la particolarità del suo talento che “odora di cipolla e salsiccia”, scrive Crespi, “perché imparata da solo in cucina più che nelle aule dell’accademia italiana, dove la figurazione spesso è bandita in favore dell’informale e del concettuale, mentre lui non disdegna neppure l’affresco alla maniera di Michelangelo”. “Nel mio lavoro – spiega l’artista – è fondamentale la differenza tra realismo fotografico e realismo pittorico. Il primo riproduce ciò che la macchina fotografica ha ripreso, il secondo, quello a cui tendo, riproduce solo ciò che è necessario…”.
Così, i suoi soggetti, che raffigurano spesso immagini di vecchi e sofferenti, quasi sempre emergenti da uno sfondo nero caravaggesco, hanno attirato l’attenzione per il coraggio con cui venivano mostrate rughe, piaghe e decadenza del corpo senza compiacenza né pudori. Ma il ciclo di lavori che ha fatto scattare maggiormente l’interesse dei critici e dei collezionisti russi è quello dedicato ai “santi contemporanei”: ciclo che riprende alcuni soggetti dell’iconografia sacra tradizionale (dalle tentazioni di Sant’Antonio a un San Girolamo ospedalizzato), per rileggerli in chiave del tutto contemporanea, in un’atmosfera drammatica e barocca, vagamente scioccante e destabilizzante; ma sempre con un afflato di grande spiritualità, tutt’altro che convenzionale. Così, Folla si conquista un meritato posto di rilievo tra gli artisti italiani cui anche all’estero si guarda con attenzione. E, possiamo starne certi, sentiremo ancora parlare di lui.
A.R.
