Tramonto su Panama. Lo street artist Combo trasforma la protesta urbana di “Nuit Debout” in un Ready Made contemporaneo

Il titolo? “Coucher de soleil sur panama”, Tramonto su Panama. L’autore? Anonimo, naturalmente. A trasformare l’anonima, e presumibilmente collettiva, azione di vandalismo contro uno sportello parigino della Société générale(l’istituto bancario che compare tra i cinque migliori habitué dello studio legale Mossack Fonseca, specializzato nella creazione di società offshore finalizzate all’evasione fiscale finito al centro del recente scandalo dei cosiddetti Panama Papers)  è stato, provocatoriamente, lo street artist francese Combo, che, sulla sua pagina Facebook, ha pubblicato per l’appunto la foto di due bancomat della Société, abbondantemente “arricchiti” di spruzzi di colore (lanciati, è facile immaginare, durante una delle recenti manifestazioni parigine anti-governative, spontanee e non organizzate, note come movimento “Nuit debout”), in una vera e propria opera di arte urbana. Il titolo, suggerito da un altro artista sulla stessa pagina Facebook, allude ovviamente allo scandalo dei Panama Papers, ovvero i milioni di documenti provenienti dallo studio legale Mossack Fonseca – trafugati o passati da una talpa – finiti nelle mani dell’Icji,il consorzio di giornalismo investigativo internazionale, che raccolgono centinaia di migliaia di files, nei quali sono elencati numeri di conti correnti nei paradisi fiscali, coi nomi di altrettante persone tra vip, politici, attori e sportivi, cui gli stessi conti correnti farebbero capo. Centinaia di migliaia di evasori fiscali e di furbetti che, grazie all’escamotage dei conti nei paradisi fiscali, avrebbero insomma evaso le tasse nei loro paesi d’origine.

Gli spruzzi di colore lanciati sulla facciata della banca sembrano costituire un simbolico arcobaleno intorno ai due sportelli bancari, anch’essi resi inutilizzabili dalla vernice, a loro volta circondati da una gigantografia, sovrapposta agli sportelli dalla stessa banca come “abbellimento urbano”, dell’ottocentesco ponte Alexandre III. Il risultato? È una sorta di paesaggio urbano contemporaneo, pieno zeppo di simboli e vagamente malinconico:  iper-contemporanea trasfigurazione della classica pittura “en plen air” di cui i pittori francesi erano maestri all’alba della modernità.

La provocazione di Combo ha suscitato un’ondata di reazioni contrastanti: da quelle estremamente positive, che hanno lodato l’ironia e l’attacco (simbolico) al sistema di potere e di strapotere del sistema bancario europeo e internazionale, a chi invece ha denunciato con sdegno la violenza, seppure solo a colpi di colore, che avrebbe “macchiato” la protesta pacifica: non comprendendo, evidentemente, che lo street artist parigino si è limitato a creare un’opera di détournement urbano, in perfetto stile situazionista, di un’immagine appartenente alla cronaca di tutti i giorni, e trasformando di fatto l’immagine di una protesta in ready madedi stampo duchampiamo, mutuando così un’azione di massa in icona artistica, dotata di un suo forte valore estetico, etico e simbolico.

Quel che è certo è che Combo, non nuovo a provocazioni anche forti, ha posto l’accento non solo sul ruolo civile e “politico” dell’arte, ma ha anche riportato l’attenzione sul ruolo della street art oggi, troppo spesso ridotta a fare da banale abbellimento e decoro urbano, quando non addirittura a cassa di risonanza del potere, con banali ritratti di “eroi” contemporanei (magistrati  e scrittori antimafia, generali dei carabinieri, martiri, etc.) “sparati” come gigantografie sui muri cittadini, esattamente come faceva un tempo  l’arte “pompier” e quella celebrativa otto e novecentesca.

Oggi, dice in sostanza Combo con il suo post su Facebook, certe forme di protesta urbana sono forse più forti e dirompenti, a livello visivo, etico e simbolico, di molte forme di street art, ormai più che mai “addomesticata” dal potere. E come non dargli ragione?

Alessandro Riva