Svelata l’origine della Mela di Pistoletto: è in giappone, in una piccola città…

Finalmente è stata scoperta: stiamo parlando dell’origine dell’ormai famossissima, quasi famigerata, mela di Pistoletto inopinatamente abbandonata al centro del piazzale di fronte alla Stazione Centrale di Milano. C’è chi diceva che l’ispirazione fosse venuta al guru di Biella dal marchio della Apple, chi dalla famosa mela dei Beatles. E invece no. Ora la verità viene finalmente a galla, e con essa anche il mistero dell’utilizzo di tanta, apparentemente inutilissima massa plastica. Trattasi, infatti, nientemeno che di una fermata del tram, o dell’autobus, o di altro misterioso mezzo di trasporto (forse un eliporto?, o una base di atterraggio per astronavi aliene? O un parcheggio per bruchi interstellari?).

Quel che è certo è che l’idea, a quanto pare, sarebbe venuta (il condizionale è d’obbligo) all’autore della Venere degli straccida uno straordinario esempio di design urbano giapponese (di cui ripoduciamo in queste pagine alcuni esempi).

Fermate d’autobus a forma di mela, ma anche, all’occorrenza, di fragola, arancia, insalata, cocomero, zucca e alto verdurame sparso, sono infatti presenti nella piccola città giapponese di Konagai, vicino a Nagasaki. Ideate e costruite intorno al 1990, tali fermate sono tutt’ora funzionanti, ottimamemente mantenute e fanno bella mostra di sé in vari punti strategici (sedici, per l’esattezza) dell’allegra cittadina.

Ora, qualcuno vorrebbe forse farci credere che uno come Pistoletto non fosse a conoscenza di tali innovativi e straordinari esempi di arredo urbano, quando, con la sua mela gigante, si accingeva ad abbellire, sempre a base vegetamorfa, la più frequentata piazza milanese, quella della Stazione Centrale?

Impossibile crederlo. Meglio pensare, come facciamo noi, che tale idea pistolettiana (per la quale uno come Bonami, che s’è fatto compilare la patente di critico direttamente dagli yankeee, ha addirittura chiesto che al maestro biellese fosse invece tolta un’altra patente, quella d’artista), sia nata come omaggio spontaneo e dichiarato a uno dei grandi esempi di design urbano contemporaneo. E che presto, molto presto, in giro per Milano cresceranno come funghi analoghe allegre costruzioni, vuoi a forma di cocomero, vuoi di zucca, vuoi di fragola o insalata. Altroché Dysneyland…