SuperSanGennaro, Felipe Cardeña trasforma il patrono di Napoli. In un’icona pop

Il primo a parlarne è stato, ovviamente, il quotidiano più letto nel capoluogo campano, “Il Mattino” di Napoli. Che ha titolato: “San Gennaro-Superman, i disegni dell’artista misterioso invadono il Centro Storico”. L’artista misterioso è, naturalmente, Felipe Cardeña, sbarcato a Napoli per la mostra-happening “Memorie dal sottosuolo” nella straordinaria cornice della Napoli Sotterranea: dove ha piantato, nei percorsi labirintici del sottosuolo partenopeo, tra laghi ipogei e cunicoli strettissimi, e proprio di fianco a una sorprendente coltivazione sperimentale di basilico, la sua famosa “tenda hippy” (di cui abbiamo già parlato in precedenza), composta da centinaia di stoffe multietniche, gioielli, lapislazzuli e ricami vari, già protagonista di una stagione alla Biennale di Venezia, nel 2015, dove l’artista è stato ospite del Padiglione della Repubblica Araba Siriana.

Ma, nei giorni immediatamente precedenti all’evento nei Sotterranei partenopei, culminato in una performance-happening di balli, canti e permanenza nel sottosuolo ai lati e dentro la tenda, che ha coinvolto una decina di giovani studenti napoletani, l’artista ha messo in atto un’altra delle sue azioni di disvelamento e rivisitazione pop delle tradizioni locali, che da sempre caratterizzano il suo lavoro sul territorio, col coinvolgimento di giovani e di abitanti dei quartieri, che di volta in volta aderiscono al progetto pop-situazionista dell’artista ispanico. Sono stati proprio loro, infatti – gli abitanti di Spaccanapoli e dintorni – a dar vita alla bizzarra “operazione Super San Gennaro” per i vicoli di Napoli, com’è stata subito ribattezzata dai giornali locali, parafrasando la celebre pellicola di Dino Risi con Totò, con decine di poster attaccati (ovviamente illegalmente) sui muri scrostati e fatiscenti dei “bassi” della zona, che riproducevano per l’appunto un Super San Gennaro in salsa pop, unendo in una solo immagine l’iconografia classica di San Gennaro, patrono della città, con quella di Superman. Il tutto, ovviamente, immerso in una distesa di fiori colorati, che costituiscono la caratteristica “firma” dell’artista. Ad attacchinarli in giro per i vicoli sono stati giovani e giovanissimi abitanti della zona, ma anche baristi, artigiani, venditori di presepi, e persino il prete della zona: che, a furor di popolo, e acclamato dalla gente del quartiere, ha preso colla e pennello e ha attaccato il Super San Gennaro al muro, proprio di fronte al portone della sua chiesa. Quando si dice un’icona iperpop. Anzi, davvero iper… popolare.

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