Tra gli addetti ai lavori si sapeva già da tempo che la nuova, esclusiva performance che Regina José Galindo, Leone d’Oro alla 51° Biennale di Venezia come migliore artista under 35, sarebbe consistita in un’azione para-ospedaliera, con la perfomer impegnata in un’azione di “morte simulata”, in una camera asettica costruita apposta all’interno del museo, assistita da un’equipe di medici specializzati. Quello che però è accaduto la sera dell’inaugurazione è stato decisamente inaspettato.
Tra la sorpresa generale, con una fila sempre più lunga di visitatori che attendeva, trepidante, di vedere coi propri occhi l’artista addormentata (e nuda), la protagonista però… faticava a prendere sonno! Per oltre un’ora, si sono così vissute scene di panico tra gli organizzatori, tra frettolosi consulti medici, conditi da corse in farmacia a prendere anestetici sempre più pesanti, nel tentativo di far prendere finalmente sono alla bella addormentata, come prescriveva il copione della serata. Tra gli astanti, c’è chi ha invitato a fare un po’ di silenzio e a spegnere le luci, e persino chi ha suggerito… di cantarle una bella ninna ninna! Infine, tra il sollievo dei curatori, l’artista è finalmente entrata nel mondo dei sogni. E così l’ambito spettacolo ha potuto finalmente avere luogo. Il “fuori programma” iniziale ha avuto però il pregio di offrire un tocco… umano, molto umano, a un lavoro performativo sempre tenuto sul filo tesissimo del più puro (e duro) impegno politico e sociale.