Partenza col botto, è il momento della Pop Up Revolution!

Si può parlare di “rivoluzione” per descrivere la nascita di un nuovo movimento artistico? A quanto pare, sì: se questo è destinato a sovvertire gli schemi e i modi di pensare adottati fino a ieri. Ed è infatti quello che hanno fatto gli artisti accomunati sotto la sigla di un nuovo movimento, Pop Up Revolution!, che esordisce l’11 giugno 2014 a Milano, per invadere, in maniera virale, l’Italia e alcune grandi capitali dell’arte, come Miami, e persino il mercato asiatico, con mostre in alcuni musei cinesi.

Umberto Scrocca e Achille Bonito Oliva, fondatori di Electronic Art Cafè

Nata da una costola di Achille Bonito Oliva, che con il suo Electronic Art Cafè (creato oltre vent’anni fa con Umberto Scrocca) sponsorizza e promuove questa nuova e ambiziosa rivoluzione artistica, e sotto la direzione artistica di Piero Mascitti, già braccio destro di Mimmo Rotella e oggi tra i rappresentanti più autorevoli della Fondazione che porta il nome dell’inventore del décollage, Pop Up Revolution! pare davvero toccare le corde di ciò che di innovativo si muove in campo artistico: un movimento che supera e rompe le barriere, fino a ieri considerate infrangibili, tra design, arte decorativa e arte di ricerca, che mescola furiosamente le carte tra street art e arte con la “A” maiuscola, e che promette di dilagare in maniera virale nei territori fino a ieri banditi o snobbati dall’avanguardia: quella regione che si trova a metà strada tra tessuto urbano, moda, arredamento e art design. Pop Up, infatti, parte con alcuni concetti chiari e pochi padri nobili ben riconoscibili.

SARA BAXTER, Extra Pop Up, 2014.
Sara Baxter, Extra Pop Up, 2014.

Erede della grande tradizione pop di Warhol (come si evince già dal nome) ma anche di Basquiat e Keith Haring, primi a trasportare la street art nel territorio dell’avanguardia, oltre che dello stesso Rotella, che portò la “pelle della città” nei musei e nelle gallerie, Pop Up intende sdoganare il concetto che l’arte possa “comparire all’improvviso” (in inglese “to pop up” vuole significare proprio questo) dappertutto: dalla strada (con la street art, appunto, che campeggia ovunque sui muri delle città), alla moda (con capi d’abbigliamento creati dagli artisti), all’arredamento, al design.

Sasha Frolova
Sasha Frolova

L’idea di base, infatti, è proprio quella che l’arte non abbia più, nell’epoca dell’invadenza onnipresente delle immagini, una sua sede privilegiata e men che meno unica, come la galleria o il museo, ma che, al contrario, possa invadere “ogni anfratto della quotidianità”. È un’idea che viene da lontano, ma che fino a ieri non era mai stata battuta con determinazione: già i futuristi, per primi, avevano sognato una “ricostruzione dell’universo” secondo i propri criteri estetici, dilagando nella moda (con i celebri abiti, panciotti e vestiti “antineutrali” e dinamici), nell’arredamento (che ancora non aveva preso il nome di design), nella pubblicità (pensiamo alle famose pubblicità di Depero per Campari). Ma, dopo di loro, le puntate dell’arte in questi campi paralleli sono sempre rimaste sporadiche e casuali. Ci sono state frequenti collaborazioni con i grandi stilisti, certo, o creazioni di oggetti d’arredo da parte di alcuni artisti isolati: ma mai nulla di organizzato o di coerente. Oggi, invece, per la prima volta si torna a dichiarare con orgoglio che l’arte appartiene, di diritto, a tutti i campi della creazione. E a farlo – con il suggello critico di uno dei più grandi protagonisti della vita artistica internazionale, Achille Bonito Oliva, creatore dell’ultimo grande movimento artistico riconosciuto del Novecento, la Transavanguardia – sono infatti artisti che provengono dagli ambiti più disparati: dalla street art, all’astrattismo, all’arte performativa, alla fotografia e persino alla pubblicità. Ad accomunarli, un’idea di arte ludica e leggera senza essere superficiale, dinamica, decorativa, colorata, ironica, iperpop.

Tra loro, ci sono street artist riconosciuti ed apprezzati, come Bros, Pao, Tv Boy; scultori dalla vocazione dichiaratamente pop, come Paolo Cassarà e Giovanni Motta; eredi della tradizione superflat di Murakami e Nara, come la giapponese Tomoko Nagao; artisti che hanno fatto dell’ironia e della provocazione colta la loro cifra stilistica, come Dario Arcidiacono; pittori a metà strada tra astrattismo e figurazione, come Dany Vescovi e Tancredi Fornasetti; giocolieri dei materiali e delle tecniche più disparate, come Enrico De Paris, Sara Baxter e Felipe Cardeña; performer esuberanti e iperpop, come la russa Sasha Frolova; artisti che da sempre sperimentano con materiali e linguaggi eterogenei, dai tessuti ai tappeti alla sergrafia, come Eloisa Gobbo, Florencia Martinez, Antonio De Luca. In un coerente guazzabuglio linguistico che, se sulla carta potrebbe apparire caotico, visivamente riconduce invece a una chiara ascendenza comune. Tutti, infatti, appaiono accomunati dal desiderio di stupire e di meravigliare con la forza dell’invenzione artistica, del gioco di linee e di colori, in un territorio ormai definitivamente meticcio, non più confinato alle pareti della galleria o del museo, ma aperto, virale, dinamico, in perenne movimento: un territorio dove le barriere tra arte, design, avanguardia, decorazione, arte di ricerca e arte cosiddetta “commerciale” non hanno più ragione di essere. Sì, quel che è certo è che un nuovo movimento, e con questo una nuova sensibilità sta prendendo piede. Il vento di una rivoluzione, la rivoluzione Pop Up, ha cominciato a soffiare. Stiamo certi che non si fermerà tanto facilmente.

Tomoko Nagao, Mickey with Armani, 2014, Oil on  canvas, cm 90x120.
Tomoko Nagao, Mickey with Armani, 2014, Oil on canvas, cm 90×120.

Pop Up Revolution!,

è un progetto Electronic Art Cafè

Preview 11 giugno 2014, Milano, Caserma XXIV maggio, via Vincenzo Monti 59.

5 luglio – 30 settembre 2014, MdM Museum, Porto Cervo.

Antonio De Luca, Terminal Beach n2, tecnica mista su tela, cm 70x90.
Antonio De Luca, Terminal Beach n2, tecnica mista su tela, cm 70×90.