Olivera ci riprova. E fa centro un’altra volta, facendo parlare di sé sui giornali di tutt’Europa. Per la verità, quando si era spogliato nudo nella Fontana di Trevi, esattamente un mese fa, tutti i giornali italiani (eccetto il nostro, che aveva colto fin da subito il carattere artistico dell’operazione), avevano parlato di “oltraggio a un monumento”, raccontando semplicemente di un “turista” spagnolo che, in preda a una “crisi mistica”, (nel tentativo di “espiare le sue colpe e purificarsi davanti al Signore”, secondo il Messaggero), si era gettato, nudo, nella Fontana di Trevi, cominciando a lanciare fiori ai turisti, venendo prontamente fermato e multato dalla polizia municipale. Solo dopo che il nostri giornale aveva pubblicato, primo in Italia, il nome del performer, Adrián Pino Olivera, 29 anni, originario di Barcellona, anche i quotidiani e gli altri magazine d’arte si erano allineati, raccontando le ragioni di una performance artistica nata come “atto di bellezza”, di “ritorno a uno stato naturale, materno, che è anche uno stato divino, spirituale”, come lo stesso artista aveva spiegato a IF Magazine.
Ora, Adrián Pino Olivera ha ripetuto la performance, questa volta a Londra. Non una volta, ma due: prima di fronte all’Ofeliadel pittore preraffaellita Millais, alla Tate Britain, dove l’artista, nel pomeriggio del 20 maggio, si è gettato in testa una bottiglia d’acqua minerale, fino a cadere, nudo e apparentemente stremato, a terra, come privo di sensi, morendo come Ofelia (“l’acqua in bottiglia uccide”, ha commentato poi su Facebook); quindi, due giorni dopo, alla National Gallery, di fronte all’Origine della Via Latteadel Tintoretto, questa volta bagnandosi il corpo di latte (“il latte invece allatta”, ha poi postato, tautologicamente, sempre su Facebook).
Il quadro del Tintoretto è quello che meglio e più splendidamente rappresenta il mito di Eracle bambino che, attaccato di soppiatto da suo padre, Zeus, al seno della moglie Era, che lo rifiutava essendo il frutto del tradimento del marito con Alcmena, se ne staccò con tale veemenza che la dea lo dovette allontanare da sé, lasciando volare verso il cielo un getto di latte che per l’appunto creò la Via Lattea. La performance ha scatenato stupore nei visitatori che in quel momento stazionavano di fronte al quadro, e il pronto intervento delle guardie del museo, che lo hanno invitato a rivestirsi e accompagnato fuori.
Ancora una volta, nessun carattere pornografico delle performance (il sesso viene costantemente nascosto tra le gambe, quasi ad annullare la mascolinità dell’artista), e una ricerca di sacralità che, partendo dagli elementi della natura (il corpo, la nudità, l’acqua, il latte) disegna un filo immaginario che ricollega gli elementi naturali alle grandi opere della storia dell’arte, quasi a cercar di ritrovare un legame profondo, che oggi rischia di andare perduto, tra la natura e la storia. “Artista o delinquente? Provocatore o genio?”, si chiede ora la stampa europea, raccontando le gesta dell’artista “che va in giro a spogliarsi in giro per l’Europa”. E, a chi gli chiede se i quadri hanno subito danni, precisa: “Ovviamente no, se ci fosse andato su anche un solo goccio d’acqua o di latte avrei chiesto agli agenti di tagliarmi le mani. Per me l’arte classica è sacra, e ho avuto cura di goderne la bellezza a distanza!”.