Un cane a sei zampe che cammina sui muri di una città facendo animare al suo passaggio grandi murales colorati sugli edifici: è questa l’ultima campagna pubblicitaria del gruppo Eni, che la street artist Nais ha realizzato per conto dell’agenzia pubblicitaria del gruppo Tbwa. Su alti e grigi palazzoni metropolitani, i caratteristici graffiti dell’artista prendono vita, e divertenti e coloratissime scene di vita familiare si animano – una lavatrice si accende, un gatto strizza l’occhio, in una cucina imbandita, il vapore di una pentola esce dal comignolo di un grattacielo.

Con un linguaggio diretto e fortemente innovativo – lo spot infatti è in onda anche all’estero, per ora in Francia e in Belgio – Nais, classe 1981, all’anagrafe Marzia Formoso, ha dimostrato ancora una volta la vitalità e la forza comunicativa della street art, d’altra parte sempre più utilizzata per campagne pubblicitarie da grandi aziende, come già fatto in passato da Nissan, Mercedes, Lottomatica, che vedono nell’arte di strada un codice popolare all’avangardia, facilmente comprensibile, in parte provocatorio e che avvicini ai loro prodotti anche fasce più basse di età.
Fin dai suoi esordi, giovanissima, negli anni novanta, Nais predilige personaggi fantastici o antropomorfi che trasforma fino a realizzare le sue donne odierne, con turbanti e lunghe chiome avvolgenti, divenuto segno visivo che contiene e rimarca. Il suo segno prende sempre più piede tra la street art milanese e nel giro di pochi anni partecipa a numerose mostre collettive ed eventi di writing, accanto a progetti di solidarietà sociale, come la collaborazione nel 2007 ad Haiti a un progetto per dipingere e sostenere le scuole delle bidonville della capitale dell’isola.
Oggi Nais è considerata una delle voci più rappresentative e innovative della street art italiana, con uno stile e un tratto inconfondibili, che utilizzano il segno classico del graffitismo per dare vita a un universo femminile fiabesco. Lavorando su ampie superfici, e utilizzando campiture piatte e colori dalle cromie squillanti, le sue figure, circondate da un netto contorno grafico, si stagliano come su larghe vetrate d’altri tempi, e “con azioni, colori e simboli raccontano uno stato d’animo”, dice l’artista, ” dove spero che ognuno di noi si possa rispecchiare”.
Silvia Fabbri