Un grande cerchio di un paio di metri di diametro, verde all’estremità e arancione al centro. Da portare e appendere in giro, come simbolo di circolarità delle idee e delle culture, anche le più distanti. È il quadro che Leonida De Filippi, in visita di lavoro in Cina, a Wuhan, nella provincia di Hubei, ha utilizzato come sfondo di fronte al quale mettere in posa e fotografare persone comuni, passanti, lavoratori, studenti. Ma anche artisti, critici e curatori.
Un progetto in divenire, intitolato per l’appunto “Circolarity”, che vuole privilegiare il dialogo tra i popoli al di là delle barriere linguistiche e culturali. Il progetto ha la sua base di partenza nei quadri che De Filippi ha cominciato a realizzare circa un anno fa, come sviluppo naturale del suo lavoro, nel quale utilizza da sempre l’immagine del retino fotografico, traportato però nel linguaggio pittorico, come esempio di scambio e contaminazione tra generi e linguaggi; ma, se nei quadri precedenti l’artista aveva utilizzato il linguaggio del retino per la realizzazione di grandi ritratti, paesaggi o scene tratte dalla cronaca, soprattutto di guerra, dal 2016 ha invece cominciato a concentrarsi sul simbolo del cerchio, riducendo l’iconografia all’essenziale e approdando così all’astrazione.
Ora, quel cerchio diventa lo sfondo per un nuovo progetto, condiviso e partecipato, che partendo dalla Cina intende svilupparsi in diverse direzioni, sia a livello geografico che culturale. “Dopo la Cina, penso che realizzerò lo stesso progetto in Grecia, al confine con la Turchia che oggi è interessata ai flussi migratori, in Marocco, ma anche in Italia, in una tendopoli rom, e poi tra i migranti e i detenuti”, spiega l’artista. “Vorrei che il mio cerchio, portato in giro tra la gente, diventasse il simbolo di un nuovo esperanto, un linguaggio di pace universale, basato non sulla parola, che spesso divide, ma su un’iconografia neutra, fortemente unificante, su un’idea che non crea differenze ma al contrario unisce e affratella”.
Ma perché il cerchio? “Perché è il simbolo di energie che si diramano dall’interno all’esterno, all’infinito verso l’altro, ma che allo stesso tempo si concentra sulla persona, sulla mente, sulla singolarità”. Non a caso, nel progetto nato a Wuhan (grazie al sostegno dell’Associazione culturale cinese ChuArt), le persone per strada venivano invitate a posare davanti al cerchio, posizionando la testa proprio al centro del dipinto. Un invito alla concentrazione su di sé, e sulla propria forza interiore.