Una sferzante critica dei meccanismi del fashion-system o una bonaria riproposizione, in chave ironica e con ascendendenze newpop, degli stilemi e dei luoghi comuni che il mondo della moda ha imposto e fatto propri? Sono le domande che suscitano le opere di Paolo Cassarà, scultore siciliano trapiantato a Milano, che da sempre gioca, con sguardo ironico e divertito, sui modelli, i tic e le idiosincrasie del costume e della moda contemporanei.
Oggi, le sue nuove sculture affrontano più che mai le questioni-cardine concernenti il ruolo stesso del sistema-moda nell’era contemporanea.

terracotta dipinta,
cm 70x30x25.
Persino la scelta del luogo dove sono esposte diventa, a suo modo, parte del lavoro dell’artista: un hotel del centro di Milano, dal nome quantomai allusivo – lo Style Hotel -, anziché la classica galleria d’arte contemporanea. All’interno dello Style Hotel, in zona Brera, sono esposte infatti cinque opere dello scultore che declinano, con cura meticolosa anche per i più piccoli dettagli, cinque diversi modelli di icona al femminile, cinque stereotipi di una contemporaneità spiazzante nella sua apparentemente banale omogeneità ai modelli dominanti, a metà strada tra la tipica manager rampante e l’elegante donna glamour.
Ma l’elemento forse più spiazzante è costituito da una serie di scarpe femminili, perfetta recplica di vere scarpe da donna a grandezza naturale, una perfetta collezione neo-pop di decolté eleganti, con il tacco a stiletto e coloratissime, messe in mostra sulle mensole della hall dell’hotel come fossero veri accessori di moda, quasi a mimare un inquietante gioco di specchi tra “vera” finzione e realtà sempre più finta e spettacolarizzata.

Il mondo femminile è un tema che ha sempre attraversato il lavoro di Paolo Cassarà, come una riflessione “visiva” non solo sui nuovi modelli del terzo millennio, ma anche come un ripensamento critico (e fortemente ironico) sulla società dei costumi: donne stilizzate ed eleganti, sinuose e seducenti, ritratte in corsa o fissate in pose quotidiane, rappresentano ora i modelli di riferimento di un’estetica diffusa e pervasiva, in continua trasformazione.
Fin dagli esordi negli anni novanta, infatti, Cassarà si è ispirato a un immaginario femminile che sempre più ha preso piede in questi anni, e che l’artista ha saputo rileggere attraverso una tecnica tradizionale e antichissima come la terracotta policroma, rinnovandone i codici e i reinterpretandone i riferimenti iconografici. Con un raffinato lavoro sulla materia e una grande sensibilità per la forma, lo scultore siciliano ha delineato un universo incontaminato di figure sfuggenti ed evanescenti, quasi irreali nella loro astratta perfezione, nuovi replicanti al femminile che appaiono una sottile denuncia dell’omologazione imperante. “Voglio rappresentare”, dice l’artista, “non più solo l’invadenza della moda, il suo essere linguaggio giovanile per eccellenza, ma anche la sua carica omologante, che produce ragazze tutte uguali, quasi fossero modellate con lo stampino”.
Perseguendo dunque un ideale di bellezza perfetta e algida, con un’operazione che appare in controtendenza con il gusto contemporaneo dell’art system per la dissoluzione dei corpi, l’artificio e la manipolabilità genetica della materia, in realtà Cassarà, con un leggero scarto rispetto alla realistica riproduzione dei suoi modelli femminili – allungandone impercettibilmente le gambe e le braccia, appiattendo in modo innaturale le forme e il ventre, assottigliando occhi e volti -, crea un effetto straniante che rende le sue sculture inquietanti, allusive ed estremamente contemporanee.
Silvia Fabbri

resina dipinta,
cm 24x25x8.
Les Cinq Etoiles
CINQUE SCULTURE DI PAOLO CASSARA’
a cura di Chiara Canali
Style Hotel | via delle Erbe, 20121 Milano.