di Emanuele Beluffi.
Prima ha detto che la mascherina is the new preservativo. Poi ha detto che il pranzo domenicale con la nonna è pericoloso e prima ancora ha ammonito la comunita scientifica per non esser stata in grado di affrontare il disastro sanitario di cui doveva essere a conoscenza grazie alle osservazioni scientifiche di fenomeni analoghi negli anni precedenti. Lei è Ilaria Capua, una delle superstar mediatiche dell’epidemia italiana, mentre il suo collega Massimo Galli ci informa che è altamente improbabile che di qui ai prossimi sei mesi il Covid se ne andrà.
In Inghilterra avvisano che non ci si può riunire in più di sei persone, Bill Gates pronostica che il virus ce lo dovremo tenere per almeno altri due anni, in zona Pomezia/Inghilterra dicono che sì il vaccino sarà pronto entro fine novembre e intanto in Italia avvertono che il vaccino antinfluenzale (l’influenza quella normale) forse non sarà disponibile per tutti. In mezzo a tutto questo mi arrivano via mail gli inviti alle inaugurazioni milanesi e non solo milanesi.
A parte alcuni singoli casi, sembra che tutto vada bene madama la marchesa: tutto come prima, inaugurazione, cocktail, quattro cazzate e le solite arie di grandezza di quelli che parlano col gallerista sapendo di esser visti. Ma scusate: se pure il pranzo domenicale con la nonna è pericoloso, se pure vedersi in 6 è pericoloso, come pensate di sfangarla alle inaugurazioni delle mostre? La verità è che quello delle inaugurazioni milanesi è un mondo snob duro a morire, anche se tutto, ma proprio tutto, depone a totale sfavore della prosecuzione della sua stessa esistenza. La verità è sintetizzata in questa foto:
raffigura i selfie dei turisti bloccati dentro Notre Dame il 6 giugno 2017 e postata su Twitter, mani alzate in segno di resa e impanicati dall’aggressione a un agente da parte di un uomo armato di martello. Il popolo delle inaugurazioni milanesi è diventato esattamente così. Turista figo delle inaugurazioni snob alle mostre milanesi, migliore della plebaglia che invece lavora, continua perché the show must go on (certo, come no: lo diceva anche Beppe Sala quando Milangeles stava per diventare l’epicentro universale della pandemia), solo che ora indossa maschera e scafandro e allora sembra un generale in pantofole, un d’Annunzio in calzamaglia, un Vettel su un triciclo. Il popolo snob delle mostre milanesi forse lo sa, che il compromesso nel mondo figo è da sfigati: io non ce la vedo tutta ‘sta gente chic con la mascherina, o meglio la vedo: ma esattamente come nella foto dei turisti fighi con le mani alzate in segno di resa mentre si fanno il selfie.