Calvin Klein diventa Pop. In accordo con la Fondazione Andy Warhol

Calvin Klein riparte dal pop, sposando la filosofia e l’estetica di Andy Warhol. È il senso dell’accordo che il marchio di moda americano ha realizzato con la Andy Warhol Foundation, grazie al quale i creativi di Calvin Klein avranno accesso all’intero corpus di lavori dell’artista, incluse molte opere inedite, e soprattutto avranno la possibilità di usarli a loro piacimento.

La notizia della partnership arriva in seguito alla nomina, nell’estate del 2016, come Chief Creative Officer di Calvin Klein, del designer belga Raf Simons, amante e appassionato di arte contemporanea, che già in passato aveva collaborato con grandi artisti e istituzioni come Sterling Ruby, Peter Saville e il Robert Mapplethorpe Estate. E che, subito dopo il suo insediamento alla guida delle collezioni del marchio americano, aveva già iniziato una collaborazione, seppure solo occasionale, con la Andy Warhol Foundation, in occasione della prima campagna pubblicitaria decisa da lui: realizzata proprio nella sede della Warhol Foundation, la campagna vedeva celebri lavori dell’artista pop, come Skull, Elvis 11 Times, Ambulance Disastere Statua della libertà, fare da sfondo alle meditazioni, alle interazioni e ai baci appassionati di una serie di ragazzi e ragazze ripresi in biancheria intima.

Già in passato, Simons, quand’era direttore creativo di Christian Dior, aveva ottenuto i diritti di licenza per i disegni di Warhol per la collezione di prêt-à-porter autunno inverno 2013. In quell’occasione, lo stilista aveva scelto di usare stampe e ricami rappresentanti i motivi ricorrenti disegnati da Warhol, come scarpe, fiori, occhi e figure di donna, per impreziosire i capi di Dior, mentre le borse della linea Lady Dior venivano decorate con gli schizzi dell’artista, che com’è noto aveva iniziato la sua carriera negli anni Cinquanta, proprio lavorando come illustratore per riviste di moda e di costume (collaborò con oltre 400 testate diverse nell’arco di 38 anni di attività): celebri e insuperabili rimangono ad esempio i disegni di scarpe dalla linea allungata, raffinatissima e fortemente stilizzata, che hanno inaugurato un modo nuovo di comunicare al grande pubblico accessori e abiti, e che proprio la maison Dior ha poi utilizzato come stampa sulle sue borse.

Negli anni Settanta, il collegamento tra Warhol, ormai divenuto celebre come artista, e il mondo della moda si era poi fatto più stretto e continuativo, grazie alla frequentazione dell’artista con molti stilisti newyorchesi, tra i quali figurava proprio Calvin Klein. Così, non è un caso che oggi Simons abbia deciso di rinverdire, a quarant’anni da quell’esperienza, il rapporto tra il marchio Calvin Klein e il lavoro del maestro della Pop Art, grazie a un accordo che resterà in vigore fino a tutto il 2020. “Mi sono reso conto che il genio di Warhol scava molto più in profondità rispetto agli allegri quadri della zuppa Campbell”, ha dichiarato Simons per spiegare la novità. “Warhol ha scandagliato tutti gli aspetti della cultura americana, inclusi a volte anche i suoi lati più oscuri. L’arte di Warhol dice più verità su questo paese di quanta se ne possa trovare da nessun’altra parte”. In cambio, Calvin Klein contribuirà finanziariamente al budget della Fondazione Warhol, che non si occupa solo del lavoro dell’inventore del pop, ma fornisce generose sovvenzioni a istituzioni e progetti per l’arte contemporanea.