Biagi, appunti per un video in memoriam

Li ha chiamati “appunti per un’animazione”. Sono disegni, schizzi, appunti visivi che Giuseppe Biagi, pittore viareggino già membro, con Ferroni, Luporini, Mannocci, Bartolini e Tonelli del gruppo della Metacosa negli anni Settanta sta realizzando da qualche tempo. Vertono tutti intorno all’idea della memoria dell’Olocausto nazista: bambini, uomini e donne “marchiati” dalla stella di David gialla sul petto, i fili spinati dei campi di concentramento, i cani lupo addestrati per tenere a bada gli internati, i tremi piombati che sfilano nella notte col loro carico di morti e di prigionieri, e i fumi dei camini che si alzano nel cielo.

Così, ecco una serie di storie: persone chiuse nei vagoni della morte, che lasciano al vento i messaggi per i loro famigliari, e i messaggi stessi, foglietti sparsi nel vento, si trasformano poi nei fiocchi di neve che coprono il campo di Auschwitz; o le sbarre delle finestre dei vagoni che diventano le righe dei “pigiami” che i prigionieri dei campi erano costretti a indossare. Un linguaggio estremamente evanescente e poetico, caratteristico del lavoro dell’artista toscano, per un tema drammatico e spaventoso come l’orrore dello sterminio organizzato dei nazisti.

“È un progetto a cui sto lavorando da qualche anno”, racconta l’artista. “Raccontare l’orrore dei campi di sterminio con un linguaggio poetico, che non lasci spazio alla retorica, ma al dolore degli uomini che l’hanno subito. Per ridare spazio alla poesia, alla leggerezza, e quindi anche all’umanità di chi si è trovato a subire una follia come quella dello sterminio organizzato”. Già qualche anno fa, del resto, Biagi aveva affrontato un tema “pesante” come quello della disperazione dei migranti con un taglio estremamente leggero ed evanescente. Oggi ha voluto affrontare il periodo più buio della nostra storia recente, mantenendo però lo stesso tono e la stessa levità. Con l’idea che forse la poesia possa far di più di tanti slogan e di tante parole altisonanti.