AldoSergio, il détournement del quotidiano

Difficile, oggi, trovare ancora un pittore che riesca veramente a sorprendere, a divertire, a fornire uno sguardo distonico e stralunato sul mondo. Difficile anche, nel facile repêchage di voghe e voghette pop-surrealiste malimportate in salsa italiana, trovare un pittore che riesca invece a declinare la lezione surrealista – quella autentica – con accenti e toni fortemente originali. Tutto questo è però, senz’altro, Aldo Sergio, pittore e disegnatore dallo stile lineare e d’impeccabile eleganza rétro, il cui nome (un doppio nome proprio, anziché, come si converrebbe, un tradizionale accostamento di nome e cognome) appare già destinale e simbolico del suo amore per le incongruenze e per le sottili bizzarrie del quotidiano.

Aldo Sergio, Respiro, 2014, olio su tela, cm 50×40.

Lo sguardo di Aldo Sergio, infatti, non è immediatamente classificabile nel novero delle strampalerie e delle stravaganze cui la realtà contemporanea ci ha dopotutto abituati fin quasi all’assuefazione: non ci sono mostri e obbrobri televisivi, nei suoi quadri, né sollevatori di pesi coi lobi, schiacciatrici di noci coi muscoli vaginali o psicopati, transgender multipli o ninfomani seriali; ci sono invece strani uomini e donne abbigliati in fogge d’altri tempi, apparentemente comuni e mediocri fino all’inconsistenza, che tuttavia, per un qualche tic comportamentale o per un dettaglio nel modo di vestire, appaiono leggermente incoerenti rispetto al reale.

Ecco allora un uomo che, tenendo in mano una pianta, che gli ricopre metà volto, si ritrova con un piede infilato in un vaso, quasi il suo stesso corpo diventasse la metafora vivente delle proprie memorie più intime e profonde (il quadro, non a caso, s’intitola “Memorie”); ecco una donna che tiene in mano un nido, sopra il quale volano alcuni gabbiani, che richiama in maniera sorprendente la sua capigliatura, e anche il suo stesso abito, e la sua posa: quasi fosse essa stessa un nido, cui far ritorno al momento del bisogno; ecco un’altra donna che sembra scomparire, sfumare, sotto il peso del suo stesso respiro, segno di una condizione di fatale invisibilità e incertezza esistenziale che attanaglia ancora oggi molte donne e uomini di oggi; ecco un ragazzo che si porta un albero nello zainetto (metafora perfetta della tendenza a portarsi dietro il proprio bagaglio esistenziale e, in definitiva, le proprie radici), o una gallina gigante che fa la cova sulla battigia, come una balena spiaggiata. Quella di Aldo Sergio è una forma di sottile détournement del nostro immaginario quotidiano, che richiama alla mente le piccole grandi incongruenze dei sogni, quando una leggera crepa nella realtà quotidiana mette in forse l’intera architettura del reale.

Aldo Sergio, Memoria, 2014, olio su tela, cm 40x30.
Aldo Sergio, Memoria, 2014, olio su tela, cm 40×30.

Più ancora che a Magritte, il cui gusto del paradosso e dell’antinomia si manifestava nei quadri con plateale sonorità apodittica, il sottile umorismo lirico di Aldo Sergio appare invece più affine allo spirito di un Topor, o di un Gianfilippo Usellini, o di un Alberto Martini, per restare in campo strettamente pittorico; o invece, in letteratura, di un Pennac o di un Queneau, che hanno saputo innalzare al livello di gioco la pratica letteraria, con l’utilizzo sapiente e sottile dei contrasti, dei calembour e delle sottili incongruenze del quotidiano.

Forse allora anche Aldo Sergio, nella sua imperturbabile e composta ionia, potrebbe dire, con Topor, che “la realtà è insopportabile senza gioco: io non posso perdere il contatto con la realtà, ma per sopportarla ho bisogno di questo gioco astratto che mi permette di trovare quello che può esservi ancora di umano”.

Alessandro Riva

 Aldo Sergio è in mostra presso lo Studio d’arte Cannaviello in una doppia personale con Debora Garritani allo Studio d’arte Cannaviello.

Aldo Sergio, Nidi, 2014, olio su tela, cm 80x120.
Aldo Sergio, Nidi, 2014, olio su tela, cm 80×120.

Debora Garritani – Aldo Sergio

15 maggio | 21 giugno 2014

Studio d’arte Cannaviello | via Stoppani 15, Milano

t: +39 02 87213215 | http://www.cannaviello.net | info@cannaviello.net

inaugurazione 15 maggio 2014, h.18