È scomparso alla fine di giugno, proprio nel giorno del suo settantunesimo compleanno. Così se n’è andato Gherardo Frassa, creativo dalla personalità istintiva, caotica, geniale e poliedrica. Fu il fondatore del primo, mitico negozio dell’usato a Milano (Surplus) dal quale, fin dagli anni Settanta, si vestirono intere generazioni di studenti e intellettuali. Era amico e compagno di avventure di disegnatori del calibro di Guido Crepax, di cui allestì diverse mostre, di Emilio Tadini, di Giorgio Forattini e di molti altri artisti e intellettuali che fecero la storia di Milano tra gli anni Sessanta e Settanta.
Quasi trent’anni fa, nel 1986, Frassa, in occasione dell’allestimento della mostra “Futurismo e futurismi” a Palazzo Grassi, cominciò a creare, proprio assieme a Tadini, i “fiori di latta”, che si possono ancora adesso trovare nell’atelier di corso San Gottardo 12. Nati su ispirazione della “flora futurista” del pittore futurista Oswaldo Bot e ma anche dei celebri fiori di legno di Giacomo Balla, i suoi fiori di latta hanno arredato con stile e ironia molte case milanesi. E speriamo che continuino a farlo, nonostante la scomparsa del loro geniale intentore.